Sarà ancora interessante un web che si pubblica da solo?


Da il mese prossimo, Google introdurrà una nuova funzione sperimentale in Chrome: un assistente alla scrittura basato sull’IA, per aiutare gli utenti a scrivere con maggiore sicurezza in vari contesti online. Questa novità segna un importante passo nell’integrazione dell’IA nella generazione di testi, potenzialmente trasformando l’interazione degli utenti con il web in contesti che vanno dalle email ai social media, e solleva questioni sull’autenticità e l’umanità della comunicazione online.

Non solo Google ma Microsoft e tanti altri produttori di software stanno integrando l’AI generativa nei loro prodotti. L’introduzione dell’IA generativa in Chrome, il browser più usato al mondo, rappresenta un importante cambiamento, offrendo per la prima volta a miliardi di persone l’opzione di far scrivere software al proprio posto in quasi tutti i contesti online. Questo testerà come le persone vogliono realmente utilizzare l’IA generativa, dato che la generazione di testo è già popolare in contesti che richiedono toni e stili artificiali. Resta da vedere se funzioni di aiuto alla scrittura saranno accettate o percepite come inadeguate in contesti dove l’umanità è preziosa.

La generazione di testo AI ha senso in contesti dove le persone non sono particolarmente interessate a produrre contenuti, ma il suo utilizzo in situazioni sociali o personali può sembrare inappropriato e indistinguibile dallo spam. L’avvento di queste tecnologie potrebbe portare a una riduzione delle aspettative sulla direzione futura della tecnologia stessa. Con l’espansione dell’automazione e l’introduzione di contenuti generati dall’IA nel web, ci si interroga sull’impatto che avranno sulla qualità della ricerca e sulla contribuzione umana online, ponendo la questione se ci sarà ancora interesse per un web che si pubblica da solo.


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