L’articolo di Forbes, scritto da Sergei Revzin e Vadim Revzin, mette in discussione la nozione prevalente che la programmazione sia l’abilità essenziale per le future carriere, evidenziando che oltre il 50% dei lavori nelle principali aziende tecnologiche non richiede la capacità di scrivere codice. Al contrario, sottolinea l’importanza di altre abilità come la risoluzione dei problemi, la comunicazione, la gestione dei progetti e la capacità di prendere decisioni.
Man mano che l’AI automatizzerà compiti manuali e ripetitivi e sarà in grado di scrivere codice crescerà la domanda di professioni centrate sulle capacità peculiari dell’uomo come l’intuito, la costruzione delle relazioni e lo sviluppo della fiducia. Queste competenze sono cruciali per affrontare sfide complesse e non possono essere replicate dall’AI.
Steve Jobs ad esempio non aveva competenze specifiche nello scrivere codice ma si concentrava su design, usabilità e comprensione dei processi di pensiero ingegneristico. Allo stesso modo, il futuro richiederà individui in grado di comunicare efficacemente i casi d’uso aziendali all’AI, senza necessariamente dover conoscere i linguaggi di programmazione.
L’articolo sottolinea anche l’importanza delle competenze avanzate nella comunicazione, sostenendo che i comunicatori efficaci saranno probabilmente scelti come leader rispetto a coloro che hanno una conoscenza tecnica superiore ma competenze comunicative inferiori. Suggerisce che per rimanere competitivi, gli individui dovrebbero cercare o creare opportunità che migliorino le loro competenze comunicative e la conoscenza tecnologica.
Mentre l’AI cambierà molti aspetti del lavoro, la chiave per proteggere il proprio futuro professionale risiede nello sviluppare una combinazione di comprensione tecnologica e competenze trasversali, in particolare nella comunicazione e nella risoluzione dei problemi. Questo approccio permetterà agli individui di sfruttare efficacemente l’AI e altri avanzamenti tecnologici.